REGGIO EMILIA – A novembre, i contratti di lavoro aumenteranno dell’80% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Si conferma dunque il trend di crescita ma, caratterizzato da una generale incertezza: i contratti a tempo indeterminato o di apprendistato rappresentano il 27% del totale. I dati emergono dall’indagine mensile promossa dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Nel mese di novembre si prevedono 4.240 nuovi contratti, dato che conferma l’andamento positivo di questi ultimi mesi ed evidenzia un aumento dell’80% rispetto a novembre 2020 (quando erano previste 2.360 entrate) e del 41% rispetto a novembre 2019 (3.010 entrate). I settori che presentano le maggiori previsioni di aumento di nuovi contratti nel mese corrente sono la manifattura e le pubblic utilities (1.490 unità, +59% sul novembre 2019), le costruzioni (340 nuovi contratti, +55%) e, ancor più, i servizi alle imprese (1.260, con un +88%). Più contenute, invece, le variazioni in entrata per servizi alle persone (340, +17%) e commercio (380, +9%), mentre flettono sensibilmente le assunzioni per il turismo (430, -20%).
La ripresa in atto è evidentemente ancora dominata da incertezze, tanto che si limita al 27% la quota di contratti previsti a tempo indeterminato o di apprendistato. Il dato è migliore di quello nazionale (i contratti stabili, in Italia, si fermano al 22% sul totale), ma il calo nella nostra provincia è rilevante, se si considera che nel periodo pre-pandemico toccava il 37% e che nello stesso periodo del 2020, pur in presenza di un numero di nuovi contratti molto più basso, la percentuale di quelli stabili si attestava al 35%.
Nonostante il mercato del lavoro continui a manifestare dinamismo, domanda e offerta restano però molto disallineate. Lo dice il dato sulla percentuale di candidati per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento: dal 2019 al 2021 è cresciuta di ben 8 punti percentuali, portandosi al 46,7%, ben oltre il livello nazionale (38,5%).
Nel 30% dei casi mancano proprio i candidati, mentre per il 14% di posizione aperte i candidati ci sono, ma non sono sufficientemente preparati. Le figure per cui le imprese trovano più complessità in sede di selezione sono (con difficoltà di reperimento oltre il 60%): specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, progettisti ingegneri e professioni assimilate; cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici, nonché operatori dell’assistenza sociale, in istituzioni o domiciliari; operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici e condutt. di impianti dell’industria tessile e abbigliamento.
Servizio Tg di Cristiana Boni