REGGIO EMILIA – Hanno un cappello e una divisa. Diamo la loro presenza quasi per scontata. Forse, vedendoli sempre a che fare col potenziale pericolo, la violenza, le situazioni problematiche, li pensiamo abituati, distanti dalle vicende umane di cui si occupano. Invece non ci si anestetizza, neanche volendolo. E per fortuna.
Il vice ispettore Carlo D’Alessandro, l’assistente capo Alberto Iacovelli e gli agenti Claudio Barrucci e Iacopo Cardone nel tardo pomeriggio di mercoledì si sono presentati alla reception del Park Hotel, chiedendo di poter prenotare una camera per la notte, ma non per loro: per una donna con i suoi due bimbi piccoli. Poco prima la pattuglia era intervenuta in via De Gasperi, dov’era stata segnalata una lite. C’era la donna, di origine pakistana, stava litigando con un connazionale che non ne voleva sapere di far rientrare lei e i bimbi in casa. La signora ha chiesto aiuto alla polizia: ha raccontato di essere disoccupata, di non avere un posto dove stare. Lei e i bambini non mangiavano da diverse ore.
Gli agenti avrebbero potuto indirizzare la famiglia ai servizi sociali, avrebbero cioè potuto assolvere al proprio compito, invece sono andati oltre: hanno pagato una stanza ai tre, hanno utilizzato i buoni pasto che dovevano usare per la loro cena per comprare cibo alla donna e ai bambini. In mattinata la situazione si è ricomposta: “Spesso i servizi sociali ci portano persone da ospitare temporaneamente, pensavo che gli agenti li avessero solo accompagnati, non mi era mai successo di vedere un gesto così gentile”, ha detto a Tg Reggio il titolare dell’hotel, Paolo Pellicelli. Siccome non è Natale, la possiamo considerare una piccola favola di primavera.
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