REGGIO EMILIA – All’inizio dell’anno Acea aveva chiesto al Tar dell’Emilia-Romagna l’annullamento del bando per la selezione del partner privato operativo della società a cui sarà affidata la gestione del servizio idrico in provincia di Reggio nei prossimi 20 anni. Si tratta, per intenderci, di un appalto da 1 miliardo e 560 milioni di euro. Acea chiedeva anche l’annullamento del capitolato e del piano economico-finanziario.
Il gruppo contestava la legittimità della procedura, sostenendo che gli atti di gara comprimerebbero il ruolo dell’operatore privato, relegandolo a mero finanziatore degli interventi sulla rete idrica, mentre il socio pubblico manterrebbe un controllo pressoché totale sul servizio. Il Tar di Parma però ha accolto le eccezioni di inammissibilità e irricevibilità avanzate dai legali di Atersir. Secondo i giudici amministrativi, “la disciplina di gara poneva gli interessati, sin dalla pubblicazione del bando, nella condizione di conoscere tutti gli elementi necessari per valutare la possibilità di una eventuale partecipazione”.
Per il Tar ciò che conta non è la “convenienza dell’operazione per il singolo soggetto imprenditoriale”. La concessione del servizio idrico sarà affidata ad Arca. Il 60% delle quote di Arca farà capo ad Agac Infrastrutture, società pubblica proprietaria delle reti; il restante 40% sarà invece di un socio di minoranza che si occuperà della gestione. Questi elementi, sottolinea il Tar, “erano noti precedentemente all’invio della lettera di invito poiché specificati in atti, non impugnati tempestivamente, ai quali la successiva disciplina concorsuale non poteva che uniformarsi”.
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