RUBIERA (Reggio Emilia) – Maria Rita Cocciufa e Antonella De Miro sono amiche personali, sono entrambe siciliane e proprio nelle province della Sicilia hanno ricoperto incarichi come prefetto prima di approdare nella nostra provincia. A Reggio Emilia hanno entrambe utilizzato un prezioso strumento antimafia, quello delle interdittive a partecipare ad appalti pubblici adottate nei confronti di aziende sospettate di infiltrazione da parte di organizzazioni criminali.
“Stasera ho firmato la 39ª di quest’anno, quindi diciamo che nei primi sei mesi questo è il risultato. La prevenzione amministrativa antimafia è uno strumento utile se viene utilizzato assieme ad altri strumenti”, ha detto Cocciufa a Rubiera, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria alla collega.
Gli altri strumenti secondo il prefetto sono quelli di natura repressiva, ma soprattutto la collaborazione di sentinelle ben più presenti sul territorio, in grado di far emergere operazioni sospette. “Mi riferisco ovviamente a notai, a commercialisti, senza accusare nessuno ovviamente, ma non notiamo veramente una grande disponibilità da questo punto di vista”.
Alle aziende cui sono interdetti gli appalti pubblici per sospetto di infiltrazione mafiosa resta il campo discutibile dei cantieri privati – dice il prefetto – e la possibilità di godere di nuove misure che, con intento garantista, hanno però appesantito il procedimento di prevenzione. “Per me è doppiamente motivo di soddisfazione il fatto che, nonostante anche questi nuovi elementi normativi che sono emersi da poco, cerchiamo di mantenere questo ritmo, con tanta fatica, però finora ce l’abbiamo fatta”.
Reggio Emilia interdittive antimafia Rubiera prefetto Maria Rita Cocciufa‘Ndrangheta, appello di De Miro: “La società civile prenda il testimone della legalità”. VIDEO