REGGIO EMILIA – Più di 150mila segnalazioni di operazioni sospette per un controvalore di oltre 46 miliardi di euro: nel 2023 le operazioni finanziarie sotto osservazione per il rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo sono state ancora molto numerose, nonostante una flessione di circa il 3% rispetto all’anno precedente. Ma Reggio, come altre province emiliane, è andata controcorrente. Le segnalazioni arrivate all’Uif, l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, dalla nostra provincia sono state 1.220, contro le 1.051 del 2022. In regione Reggio è dietro Bologna e Modena e davanti a Parma.
Solo dietro una piccola percentuale di queste operazioni c’è effettivamente un’attività di riciclaggio. Nel secondo semestre del 2023 a livello nazionale l’Uif ha sospeso appena 11 operazioni. Ma le segnalazioni sono essenziali e obbligatorie per legge, perché consentono di effettuare le necessarie verifiche. Il tenente colonnello Maria Concetta Di Domenica, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio, ha spiegato nel corso del convegno dell’Ordine dei commercialisti che le segnalazioni servono alle fiamme gialle per contrastare quattro tipi di fenomeni: l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, le frodi sull’Iva intracomunitaria, le frodi fiscali internazionali e la cessione di crediti fiscali fittizi.
I dati dell’Uif relativi al 2023 confermano ciò che già si sapeva e danno forza all’appello lanciato dal Procuratore capo Paci nel corso del convegno promosso dai commercialisti reggiani. Il 54,8% delle segnalazioni su operazioni sospette arriva da banche e poste, il 29,1% da altri intermediari finanziari. Solo una segnalazione su 20 arriva dai professionisti, quasi tutte dai notai. Dai commercialisti, invece, arriva appena una segnalazione su mille.
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