REGGIO EMILIA – Ha preso il via una sperimentazione che riguarda le persone disabili, unica nel panorama nazionale. Un progetto che ha al centro i desideri di coloro che non possono essere autonomi.
“E’ un’occasione per tutta la città di essere più vicini coi propri servizi innanzitutto alle persone con maggiore fragilità”, il commento dell’assessore al Welfare, Daniele Marchi. Il servizio si chiama “registro dei progetti esistenziali di vita”, un archivio istituito presso l’Anagrafe del Comune. Vi si possono rivolgere tutti coloro che vivono vicini a persone con disabilità. Per ognuna di queste è possibile presentare un documento che, di fatto, è una lista di desideri, bisogni e aspirazioni.
Detta così l’iniziativa suona molto filosofica. Nella realtà, gli aspetti da mettere nero su bianco sono invece molto terra a terra. Riguardano scelte quali gli indumenti più comodi da indossare, i cibi preferiti, i posti più graditi dove andare in vacanza, oppure ancora il tipo di musica più ascoltato. “Se, a un certo punto, una mamma e un papà muoiono, la persona con disabilità come fa a spiegare tutte queste piccole cose a qualcun’altro?”, ha spiegato Annalisa Rabitti, assessora a Città senza barriere.
Un’esperienza d’avanguardia, che un domani potrebbe essere estesa a tutto il Paese, visto che ricalca una proposta di legge elaborata da Paolo Cendon, docente di Diritto privato a Trieste. L’obiettivo è quello di dare più voce ai fragili che, a causa di limiti propri di tipo sensoriale, fisico e psichico, per forza di cose sono portati a comunicare in modi non convenzionali. Un’apposita commissione ha il compito di valutare le istanze presentate.
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