REGGIO EMILIA – Sicurezza durante le esperienze formative ma anche valutazione dell’utilità del periodo passato in azienda. Serve a questo l’osservatorio sull’alternanza scuola-lavoro istituito nella nostra provincia. L’introduzione di periodi di esperienza pratica presso enti o aziende, per gli studenti delle superiori, risale al 2003. Nel 2015 la riforma della Buona Scuola li ha resi obbligatori. Sotto i riflettori e al centro di proteste, gli stage ci sono finiti all’inizio dell’anno in seguito agli incidenti mortali di Udine e Fermo, costati la vita a un 18enne e a un 16enne.
L’introduzione di uno strumento in più in tema di sicurezza, ambito che è già oggetto di una specifica normativa, è la decisione presa insieme dal mondo della scuola e da quello delle imprese. Una rappresentanza di dirigenti scolastici, uno per ogni distretto, ha incontrato i referenti di Unindustria, Cna e Lapam a Palazzo Allende, per dare il via a un’osservatorio sull’alternanza scuola-lavoro. Sono migliaia le ragazze e i ragazzi reggiani che ogni anno hanno modo di confrontarsi nei più svariati settori del mondo produttivo. “Un modello positivo, monitorarlo servirà a mantenerlo tale” sono le parole del dirigente scolastico provinciale Paolo Bernardi. Presenti al confronto i sindacati che avevano sollecitato l’adozione di iniziative.
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