REGGIO EMILIA – E’ stato, suo malgrado, protagonista di uno dei casi di cronaca che più sono rimasti impressi nella memoria dei reggiani: l’omicidio del medico Carlo Rombaldi, avvenuto quasi 30 anni fa e che ancora oggi resta senza un colpevole. Ma nel 2012 la procura di Reggio si convinse che il responsabile era proprio lui, Pietro Fontanesi, morto a 77 anni all’alba di oggi al Santa Maria Nuova, dove era ricoverato da qualche tempo. Da quella accusa, l’ex vigile urbano era stato assolto con formula piena in tutti e tre i gradi di giudizio.
Rombaldi, stimato chirurgo del Santa Maria Nuova, fu ucciso nella notte tra il 7 e l’8 maggio 1992, davanti al garage della sua abitazione in via Filzi, a Reggio, dopo essere rientrato da una cena con i colleghi, freddato a colpi di pistola. Allora le indagini non portarono a nulla. Il nome di Pietro Fontanesi spuntò quando l’inchiesta fu riaperta, 20 anni dopo. Secondo l’accusa, l’ex vigile, ai tempi vicino di casa della vittima, era proprietario di un’arma compatibile con quella utilizzata dall’assassino. Una tesi che le perizie balistiche eseguite durante il processo non hanno confermato.
Il pubblico ministero Maria Rita Pantani aveva indicato, come movente, alcuni dissidi per questioni di vicinato. Fontanesi fu assolto per non aver comesso il fatto in primo grado e in appello. Sentenza confermata nel 2017 dalla Cassazione che chiuse definitivamente la vicenda giudiziaria e concesse all’imputato il pieno riconoscimento della propria innocenza. Pietro Fontanesi lascia la moglie, la figlia e i nipoti.
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