REGGIO EMILIA – Se n’è andato nella notte fra domenica e lunedì, Edoardo Gatti, stroncato da un malore. Aveva 83 anni, ma era ancora attivo. Sabato aveva fatto un salto all’autoscuola, ora gestita dai figli. Nato in Corsica nel ’38, dove la famiglia si era trasferita per lavoro, Gatti era cresciuto sull’Appennino modenese. A Reggio in tanti lo conoscevano per l’attività di famiglia, l’autoscuola Gatti di via Emilia Ospizio. La sua vita era stata segnata da due grandi tragedie. Nel 1982 la figlia Nadia, di appena 17 anni, morì in un incidente stradale. Due anni prima Gatti aveva perso il fratello Edmondo, pilota di linea, in uno dei grandi misteri d’Italia: la strage di Ustica. C’era proprio Edmondo Gatti ai comandi del Dc9 Itavia caduto il 27 giugno 1980. Quello stesso giorno i due fratelli avevano pranzato insieme.
Edoardo Gatti non aveva mai rinunciato a battersi per chiedere verità e giustizia per il fratello e per tutte le altre vittime della strage di Ustica. Anche se negli ultimi anni le speranze si erano affievolite e capitava che prendessero il sopravvento la disillusione e l’emozione.
Gatti lascia la moglie Amelia Manzotti, i figli Davide, Marco e Corrado e una famiglia numerosa oggi unita nel dolore. Domani mattina (mercoledì) i funerali. Alle 11,15 la messa nella chiesa di San Luigi Gonzaga.