REGGIO EMILIA – E’ morto a quasi 92 anni (li avrebbe compiuti il 6 luglio) don Emilio Perin, storico parroco di “Gesù Buon Pastore” a Reggio Emilia. Si è spento questa mattina in ospedale a Scandiano, con sintomi riconducibili al Covid-19; al momento non è noto l’esito del tampon, rende noto la Diocesi. Il sacerdote era già debilitato dopo un precedente ricovero avvenuto nelle settimane scorse presso la Casa “San Giuseppe” di Montecchio.
La salma di don Emilio, alla sola presenza del Vescovo a nome di tutta la Diocesi, riceverà il saluto presso il cimitero di Iano, dove sarà tumulata nella tomba di famiglia. Finita l’emergenza sanitaria, la Messa di suffragio sarà celebrata nella chiesa del “Buon Pastore”.
Chi era don Emilio
Emilio Perin era nato il 6 luglio 1928 a Torri di Quartesolo (Vicenza), trasferendosi da bambino nella parrocchia di Calerno presso lo zio don Domenico Alboni. Era stato ordinato sacerdote il 1° luglio 1951. Dopo tre anni come vicario parrocchiale a Villa Ospizio e a Santo Stefano in città, il vescovo Socche lo aveva nominato parroco a Cerreto Alpi, dove rimase dal 1954 al 1964, preoccupandosi di dare un tetto sicuro alla chiesa parrocchiale, di aprire una piccola scuola materna e di provvedere alla cura pastorale dei turisti che iniziavano a popolare il Cerreto d’inverno e d’estate. Nel 1964 don Perin fu inviato come prevosto a Cadè, per cinque anni. Nel 1969 avvenne la svolta più importante nel suo fedele ministero: fu infatti incaricato all’Ufficio diocesano di statistica, compito che svolse brillantemente condividendolo per lungo tempo con il compianto don Mario Gianferrari, e nel contempo chiamato alla responsabilità della nuova parrocchia di “Gesù Buon Pastore” a Reggio Emilia, istituita da pochi mesi sotto la primigenia regia di don Amedeo Vacondio, successivamente partito per la missione in Brasile.
Don Perin entrò come parroco al “Buon Pastore” il 26 ottobre 1969, condividendo con la gente del quartiere la precarietà della prima collocazione della chiesa – nella stalla di un edificio colonico, fino alla prima Messa nel nuovo edificio di culto, ben visibile da viale Umberto I a Reggio Emilia, celebrata nel Natale 1977. L’inaugurazione della chiesa avvenne nel novembre 1978 e la dedicazione dieci anni più tardi. Ma il servizio sacerdotale di don Emilio si concentrò soprattutto sull’edificazione della Chiesa di “pietre vive”, con una costanza e una dedizione rimarchevoli e una memoria lucidissima nell’identificare i suoi parrocchiani e le loro abitazioni. Per costruire dal nulla il senso di comunità, promosse due volte le missioni al popolo e istituì sagre e pellegrinaggi.
Molto generoso è stato l’impegno del parroco nel catechismo e nella formazione religiosa di tutti, dai piccoli agli anziani, nella benedizione pasquale alle famiglie, nell’accompagnamento dell’Azione Cattolica parrocchiale, nella preparazione dei Sacramenti e dei ritiri spirituali per giovani e adulti, nella visita ai malati nelle case e negli ospedali. In tutto questo, sempre sorretto dalla sorella Isella, che con vera abnegazione e sorriso sulle labbra si è presa cura di don Emilio fino ad oggi. Quando nel 2006 don Perin fu avvicendato alla guida del “Buon Pastore” da don Evandro Gherardi, andò a risiedere alla Canalina, a Reggio, rimanendo a disposizione come collaboratore nell’unità pastorale “Padre Misericordioso”, in particolare nelle parrocchie del Preziosissimo Sangue e del Sacro Cuore, dedicandosi a lungo al confessionale e alla celebrazione dell’Eucarestia.
Un pastore colto, discreto nei modi, chiaro nella predicazione, appassionato di storia, che ha fatto della presenza in canonica e della disponibilità al suo gregge il tratto distintivo del suo fecondo ministero sacerdotale.












