REGGIO EMILIA – Sono circa 1350 i cittadini stranieri richiedenti asilo attualmente inseriti nei percorsi gestiti dai centri accoglienza che fanno capo alla prefettura. Nel mese in corso è cominciato il periodo di assegnazione, lungo un biennio prorogabile di ulteriori 12 mesi, previsto dall’ultimo bando. Se lo sono aggiudicate sette cooperative sociali, con capofila il consorzio Oscar Romero, dopo che nessun ente si era presentato alle precedenti quattro gare, andate deserte per un motivo noto ormai da tempo e che consiste nelle risicate risorse messe a disposizione dallo Stato.
I tagli sono cominciati nel 2018. Ne hanno fatto le spese diversi servizi che ora sono forniti in misura ridotta rispetto al passato dagli enti gestori, a cominciare dai corsi di italiano. Per l’apprendimento della lingua restano i Cpia, le scuole pubbliche per l’istruzione degli adulti. “Iscriveremo questi ragazzi a questi corsi di italiano e cercheremo nel limite del possibile di mantenere qualche corso. E’ sicuramente una scelta politica, tagliare corsi che sono determinanti per l’integrazione – le parole di Valerio Maramotti, presidente del consorzio – Sono cambiati i ruoli dell’operatore legale, del mediatore culturale, viene introdotta questa unica figura che è l’operatore dell’accoglienza che dovrebbe un po’ coprire tutti i bisogni delle persone quando sono in progetto. Nel bando non c’è più l’assistenza psicologica, un altro di quei servizi, soprattutto il servizio etnopsicologico, etnopsicologia, a cui noi teniamo molto, è una peculiarità del nostro servizio. Cercheremo almeno per le persone che ne hanno più bisogno di mantenerglielo”.
Gli appartamenti che ospitano i 1350 migranti seguiti sono circa 300, distribuiti in tutti i comuni reggiani. Secondo Maramotti, l’accesso a un alloggio una volta concluso il percorso di accoglienza è un grave problema ancora irrisolto.
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