REGGIO EMILIA – Un valzer di matrimoni che di vero avevano soltanto il denaro che facevano fruttare. Gli organizzatori di questo giro illecito si arricchivano chiedendo soldi a vietnamiti autorizzati così a fare richiesta per il permesso di soggiorno e l’istanza di ricongiungimento familiare. A guadagnarci erano anche i promessi sposi, uomini e donne italiani pagati circa 12mila euro in contanti oltre alle spese di viaggio e alloggio per raggiungere il consolato di Ho Chi Minh, l’antica Saigon, dove si sposavano con questi perfetti sconosciuti con età molto diverse e senza nemmeno parlare la stessa lingua.
Le persone da portare all’altare venivano cercate tra gli indigenti nella mensa della Caritas, ente che ha collaborato alle indagini. Matrimoni che diventavano presto separazioni per creare nuove coppie false. In alcuni casi sono nati anche dei bambini.
L’indagine, partita alla fine del 2018 dai controlli sulle pratiche, stranamente aumentate, è stata condotta dall’ufficio Immigrazione della polizia assieme alla squadra mobile ed è stata coordinata dal sostituto procuratore Giulia Stignani. “Siamo partiti da una verifica che poi è diventata uno spunto investigativo – ha spiegato Francesco Baiano, dirigente dell’ufficio Immigrazione della questura reggiana – e ci siamo avvalsi di intercettazioni telefoniche”.
Sono così scattate le manette ai polsi di due donne vietnamite: una 51enne residente a San Martino in Rio e una 43enne residente in provincia di Modena, dove potrebbero esserci casi analoghi; un uomo di 43 anni è ricercato dopo essere fuggito, forse nel Milanese. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal giudice Luca Ramponi e si procede per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Indagati anche tutti i coniugi italiani che si sono prestati alle finte nozze.
“Vengono sempre verificate tutte le richieste tra italiani e stranieri – ha chiarito il dirigente – e ogni anno circa 300 richieste di permessi di soggiorno vengono respinte”. Circa un terzo di queste sono legate proprio a finte nozze.
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