REGGIO EMILIA – Lo stop al cemento mette tutti d’accordo, ma il dibattito nelle Commissioni consiliari Bilancio e Uso e assetto del territorio del Comune di Reggio evidenzia le diverse sensibilità: c’è chi è preoccupato per i contenziosi legali con le imprese di costruzioni e chi sottolinea i danni subiti dalle società immobiliari.
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Il drastico cambiamento delle politiche urbanistiche del Comune capoluogo, con la cancellazione di 2,4 milioni di metri quadrati di aree urbanizzabili e 3.460 appartamenti, incontra una sensibilità ormai trasversale e diffusa non solo fra i cittadini, ma anche tra le forze politiche. La preannunciata volontà di riconvertire ad uso agricolo altri 5 milioni di metri quadrati per ulteriori 3.800 alloggi sembra largamente condivisa, al di là degli schieramenti. Ma qua e là affiorano anche dubbi e incertezze. Ne è testimonianza il dibattito all’interno delle commissioni consiliari. La riconversione in terreno agricolo di migliaia di aree edificabili tocca infatti interessi tangibili. Se ne è fatto interprete Roberto Salati, ex candidato sindaco del centrodestra, oggi consigliere nel gruppo della Lega, presidente di un consorzio edile: “Tutte queste imprese edili e queste società immobiliari che hanno investito in aree edificabili adesso si ritrovano di fatto ad aver perso questo diritto edificatorio, per cui stiamo parlando di ingenti somme, in un settore già pesantemente penalizzato da questi anni di crisi edilizia”.
Cinzia Rubertelli, di Alleanza Civica, ha invece bollato come “inaccettabile” l’aumento degli accantonamenti al fondo rischi per i contenziosi: “Ora vediamo che guardacaso il fondo contenzioso viene aumentato e vedo nel parere dei revisori che il Comune ha provveduto a riqualificare l’importo, tenuto conto delle nuove cause intercorse”.
Il tema è strettamente legato alle scelte di politica urbanistica perché, tra i nuovi contenziosi, spiccano le azioni legali promosse contro il Comune da due società (Azzurra Costruzioni e FA Costruzioni) che si sono viste togliere l’edificabilità ad aree di proprietà e che hanno chiesto nel complesso quasi 10 milioni di euro di danni.
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