REGGIO EMILIA – Nemmeno l’emergenza Coronavirus ferma l’attività della Caritas e della sua mensa. E per fortuna. La carità si mette la mascherina, i guanti e mantiene le distanze di sicurezza, e non rinuncia alla relazione e all’empatia.
“Mi ha colpito come tutti, così bardati, dovessimo comunicare solo con lo sguardo – dice una volontaria della Mensa – E’ difficile, ma alla fine gli occhi parlano e si riesce a capire se uno, sotto la mascherina, sorride o è arrabbiato o in difficoltà. E’ un utilissimo esercizio relazionale perché bisogna solo concentrarsi un po’ di più sull’altro, siamo obbligati ad essere più attenti e meno superficiali”.
La mensa garantisce un pasto a 120/130 persone in sede, poi ci sono le consegne (circa 50) ai dormitori invernali parrocchiali e ai centri di seconda accoglienza. Totale 300 pasti al giorno, perché si prepara anche la cena.
“Per fortuna anche la solidarietà si è moltiplicata e tante attività hanno donato cibo alla Mensa in questi giorni: Pizzaiolo on the road, Ristorante Mangiamore, Burger King, American Graffiti, MC Donald, KFC, i forni di Via De Gasperi, via Viani e Villa Aiola e tanti altri che si stanno attivando – spiega il direttore della Caritas diocesana Isacco Rinaldi – Così come sono tante le disponibilità di giovani volontari che sono arrivate per coprire i turni necessari a garantire il funzionamento della Mensa e la distribuzione dei pasti. Un grazie particolare ai volontari della Protezione Civile che sostengono in modo continuativo il lavoro della cucina per la preparazione dei pasti”.
“Quella della Caritas e dei tanti volontari che si mettono a servizio in modo del tutto gratuito è una solidarietà che non conosce vacanza e non si ferma nemmeno in questo momento così difficile – continua Rinaldi – Non si ferma perché i poveri, le persone in difficoltà, quanti sono soli e non hanno rete parentale, quelli che vivono in condizioni precarie, non spariscono, anzi rimangono quelli più a rischio di essere abbandonati e non solo contagiati.
Gli operatori della Funzione Accoglienza e del Centro di Ascolto chiamano quotidianamente le persone/famiglie accolte, i Centri di Ascolto parrocchiali, i parroci, i volontari e sono in collegamento costante con i Servizi Sociali coinvolti nei singoli progetti. L’intento è di proseguire la relazione in rete e mantenere l’accompagnamento personalizzato. E’ una relazione via etere, purtroppo non fisica, ma altrettanto intrisa di premura e di carità.
Sono arrivate davvero tante disponibilità di giovani volontari. Dopo il nostro appello le persone hanno risposto molto generosamente e, per ora, i turni sono coperti. Se altri vogliono comunque segnalare la propria disponibilità, lo possono fare inviando una mail a segreteria@caritasreggiana.it e verranno chiamati al bisogno. Segnaliamo che anche DarVoce sta raccogliendo disponibilità e coordinando i volontari sul territorio provinciale, così come la Croce Rossa.
Una solidarietà quella della Chiesa che è fatta di professionalità e di tanto volontariato. Non sono solo i 10 milioni che la CEI ha messo a disposizione delle Caritas di tutta Italia, ma sono i gesti quotidiani che non interrompono la comunione della Carità anche in questo tempo di assenza di celebrazioni eucaristiche comunitarie.
Gesti concreti che mettono in comunione anche con i tanti operatori sanitari che in queste settimane stanno facendo un lavoro straordinario, per il quale dobbiamo continuare a rendere grazie”.