REGGIO EMILIA – “Mio papà mi mise una mano davanti agli occhi perché non vedessi tutti i morti che c’erano in viale Risorgimento. Non ricordo però che anno fosse”. Questo il ricordo di Gianni Scorticati, classe 1939.
La memoria dei bambini che hanno vissuto gli orrori della guerra si è conservata intatta in quelli che oggi sono pensionati ultra-ottantenni. Spi-Cgil e Comitato cittadini di via Roma hanno organizzato un incontro rievocativo di un episodio tragico della storia di Reggio: i bombardamenti anglo-americani della sera del 7 gennaio 1944 e del mattino successivo sulla città in mano alle truppe nazi-fasciste. Avevano come bersaglio le Reggiane, la stazione ferroviaria e l’aeroporto, ma le circa 1.700 bombe scaricate fecero 264 vittime, soprattutto nel quartiere di Santa Croce.
“In quell’occasione sono morti mio zio, sua figlia e il suo fidanzato. Sono stati colpiti dallo spezzonamento”, ricorda Franco Iemmi (classe 1932). “Mi ricordo la paura, ero terrorizzata, anche solo a sentire il rumore degli aerei… pesanti, le chiamavano fortezze volanti”, le parole di Nadia Tomaselli (classe 1931).
In un filmato sono state raccolte le testimonianze di cinque pensionati che hanno vissuto quei momenti drammatici. Fra loro Giuseppe Bonazzi, che a cinque anni, vide da Novellara, dove era sfollato con la famiglia, l’impressionante spettacolo della città sotto le bombe: “E’ successo il finimondo, perché la terra tremava, le esplosioni. E ricordo la paura che avevamo tutti. Io poi piccolo com’ero vedevo la paura negli occhi di mia madre”.
Quei ricordi di morte sono un monito contro le guerre anche per le giovani generazioni di oggi. “Guardavo i carretti con tutti i morti accavallati l’uno all’altro. E io li vedevo, la mamma non voleva, ma io stavo lì lo stesso – il messaggio ai giovani di Anna Maria Sala, classe 1939 – Suggerisco alle nuove generazioni di ascoltare un po’ quello che hanno vissuto gli anziani”.
Gian Piero Del Monte
Reggio Emilia interviste anniversario seconda guerra mondiale spi cgil bombardamento