REGGIO EMILIA – Contribuire alla lotta contro i tumori al seno. A questo servirà l’iniziativa di solidarietà denominata “La Bambola dal grande cuore”. Sono quasi 250 le creazioni completate. Oltre 600 sono in fase di realizzazione ad opera di volontari, artisti, stilisti, ma anche personaggi dello spettacolo. E’ l’esempio di Orietta Berti e Nek che hanno accolto l’appello delle associazioni del Core: Aibat, Ammi, Andos, Il Giorno Dopo, Senonaltro, Vittorio Lodini per la Ricerca in Chirurgia, una cordata di realtà benefiche il cui comitato scientifico ha deciso il progetto da finanziare con quanto raccolto tramite l’iniziativa in corso, che si concluderà il prossimo ottobre, con la vendita delle bambole nel corso di un grande evento, simile a quello del 2019 di Viva Vittoria.
La ricerca che sarà sostenuta col ricavato è quella condotta dalla biotecnologa Francesca Reggiani presso il Laboratorio Traslazionale dell’Azienda Sanitaria Ausl Irccs di Reggio Emilia sull'”Utilizzo di farmaci epigenetici per stimolare l’attività delle cellule Natural Killer nel tumore al seno”. La giovane ricercatrice reggiana, vincitrice per il secondo anno consecutivo della borsa di studio della Fondazione Umberto Veronesi, si concentra sullo studio dei tumori al seno di tipo triplo negativo, particolarmente aggressivi e che colpiscono anche donne in giovane età, e per i quali ad oggi sono limitate le terapie di cura efficaci. Gli obiettivi del progetto di ricerca sono: aumentare l’efficacia delle cellule immunitarie nel riconoscere e uccidere le cellule tumorali tramite l’utilizzo di farmaci di nuova generazione (epigenetici) e rendere più efficace la chemioterapia tradizionale, abbassandone le dosi e, quindi, la tossicità.
Il progetto si propone inoltre di valutare l’attività di una serie di geni associati alle cellule Natural Killer, che sembrano essere predittivi di risposta alla chemioterapia nelle pazienti. Queste caratteristiche potrebbero permettere agli oncologi di scegliere una terapia in base alle caratteristiche del singolo tumore e di evitare una chemioterapia che potrebbe rivelarsi inutile o addirittura dannosa.
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