REGGIO EMILIA – “Il cinema deve educare e questo film educa alla caduta e alla rinascita com’è stato per Fabrizio Maiello“.
Luca Guardabascio è regista di film indipendenti e che vogliono dire qualcosa. Ha deciso di rendere su pellicola la storia di Fabrizio Maiello. Dal campo alla cella, dal pallone alle manette; da un sogno, quello di sfondare nel calcio, a rapine, spaccio, estorsione, associazione a delinquere, tentato sequestro. “Adesso ci sono pochi educatori e tanti insegnanti, perché abbiamo paura degli altri e quello che facciamo è giudicare, ed è stata la via più semplice per capire la parabola esistenziale di Maiello”.
Dopo tanti anni di carcere, Maiello è approdato all’opg di Reggio. Proprio negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico giudiziario verrà girata parte del film, il cui titolo sarà “Senza Volto”, perché prende spunto dall’omonimo libro fotografico, Faceless, di Claudio Crippa, con i volti-non volti dei detenuti. “Fabrizio – dice Crippa – è l’unica persona che appare come ritratto”. Perché Maiello, uomo che ha ceduto, ha anche saputo far leva sull’amore della vita, il pallone, per iniziarne un’altra, di vita. A 17 anni l’infortunio mentre giocava nella Primavera del Monza. Poi i crimini, le condanne, i record con i suoi palleggi, gli incontri: quello con la direttrice del carcere e con compagni di cella da aiutare, come Giovanni Marione, affetto da problemi psichici e deceduto qualche anno fa. “Mi ha ridato il pallone, ci siamo inventati questa cosa del record del palleggio a Vivicittà, ma soprattutto aiutando il mio compagno ho capito che stavo aiutando me stesso – racconta lo stesso Maiello – Reggio mi ha dato il primo lavoro onesto: faccio il giardiniere per lo Stradello ma soprattutto vado nelle scuole e parlo ai ragazzi della mia esperienza”.
Reggio Emilia film opg vita Fabrizio Maiello