REGGIO EMILIA – Cosa c’è dietro alla Tari? Qual è il percorso che porta alla definizione delle tariffe? Nello studio di ‘Decoder’ Eugenio Bertolini, dal 2020 amministratore delegato di Iren Ambiente e nei quattro anni precedenti direttore generale di Ireti, ha spiegato il perchè delle differenze non solo tra capoluoghi di provincia ma anche tra i diversi comuni di uno stesso territorio. L’entità della tassa sui rifiuti è stabilita dagli enti locali e varia in base alle scelte e alle richieste delle singole amministrazioni comunali, che decidono per la presenza, ad esempio, di più o meno operatori stradali, se avere o no il servizio notturno, se inserire le operazioni di disinfestazione nella Tari o nella fiscalità generale. “Il costo complessivo del servizio per il comune di Reggio Emilia per il 2023 è pari a 37,5 milioni di euro – dice Bertolini -. Questo dato viene suddiviso sulla base della suddivisione del numero delle utenze, della tipologia e capacità produttiva che hanno anche le utenze non domestiche”.
Venendo alle differenze tra province, in un precedente servizio abbiamo messo in luce come la Tari a Reggio Emilia sia più onerosa rispetto a Parma e a Piacenza. Anche qui ci sono delle ragioni, e precisamente due: “Alcuni servizi sono a carico della Tari, per scaricarli da altre tasse. Un cittadino di Reggio, ad esempio, paga 22 euro in meno di Imu rispetto ad un cittadino di Parma: ci sono compensazioni e spostamento di costi. Abbiamo poi dal comune di Reggio 22 mila tonnellate di rifiuti che vengono prese e conferite al termovalorizzatore di Parma: c’è un costo di trasporti, di logistica e di gestione dei rifiuti che vale circa un milione e mezzo di euro”.
L’amministratore delegato di Iren Ambiente definisce una scelta di successo e responsabile quella che, a suo tempo, stabilì che a Reggio ci fosse il polo organico dei rifiuti e che Parma si occupasse dell’indifferenziato e del primo trattamento su carta e plastica: “E’ stato giusto non costruire a Reggio un altro inceneritore? Dal punto di vista della pianificazione urbana sicuramente. Poi c’è un tema di trattamento di rifiuti provenienti dall’industria, speciali ma che dal punto di vista qualitativo sono analoghi a quelli dei rifiuti urbani. E’ stato comunque giusto non avere due impianti, perchè con uno diamo risposta a due province intere“.
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