REGGIO EMILIA – E’ stato chiamato “scuola diffusa”. E’ il progetto nato e messo a punto durante l’estate di un anno fa, con uno sforzo organizzativo e una corsa contro il tempo che ha trasformato in luoghi scolastici edifici che non lo erano.
Al ritorno tra i banchi erano stati 1250 gli alunni, tra elementari e medie, ospitati in una ventina di strutture diverse, pubbliche e private, gestite in alcuni casi da parrocchie, centri sociali o polisportive. Con l’esempio forse più originale, ma al contempo funzionale, rappresentato dalla classe allestita all’interno dell’agriturismo Casa del Gufo, a Ghiarda, nelle campagne di Rivalta.
“L’anno scorso è stato un investimento di 1 milione di euro, che ha caratterizzato oltre 50 classi – il commento del sindaco Luca Vecchi – I numero saranno più o meno gli stessi, anche nel prossimo anno scolastico”. A conti fatti, coinvolto in questa esperienza è stato uno studente su dieci rispetto ai circa 13.400 che compongono la popolazione scolastica delle scuole primarie e medie sul territorio del capoluogo.
Parallelamente all’aspetto logistico, dovuto al distanziamento, l’amministrazione ha fin da subito sottolineato le opportunità di tipo didattico: “Quello che volevamo fare da subito era concepire una nuova idea di scuola – ha aggiunto il primo cittadino – nata in un contesto di difficoltà ma che ha saputo generare anche innovazioni importanti nella didattica e nel rapporto con gli spazi”.
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