REGGIO EMILIA – L’adolescenza al tempo del Covid: l’isolamento al posto delle occasioni di incontro e relazione, come lo sport e il frequentare i locali. La scuola davanti al computer di casa invece che nelle aule, luoghi deputati all’apprendimento e alla crescita.
“La didattica a distanza è una risorsa importante ma a lungo crea disinteresse – spiega Linda Iotti, Psicologa e Psicoterapeuta del Centro Anemos -, il distanziamento fisico va a impattare sul distanziamento emotivo. E’ possibile che i giovani, con più facilità, abbiano meno desiderio di partecipare alle lezioni, vista anche la scarsa possibilità di intervenire e le ridotte possibilità dei docenti di tenerli sotto controllo”.
La perdita di un punto di riferimento tanto importante come la scuola porta smarrimento e addirittura voglia di non uscire dalla propria stanza. “Nell’ansia – afferma l’esperta – c’è l’ansia anticipatoria: è un monito che ricorda il fatto che stando in casa non ci si mette in pericolo. Ne scaturisce una tendenza a chiudersi e a rimetterci è il tono dell’umore, il tutto in un circolo vizioso”.
Una situazione che ha portato ad un aumento delle richieste di aiuto ai professionisti. Il consiglio, per genitori e gli insegnanti, è quello di cercare il più possibile il dialogo. “Gli adulti devono mantenersi saldi a loro stessi, se i ragazzi percepiscono un un segnale di equilibrio, possono aprirsi dal punto di vista della comunicazione, sapendo che possono appoggiarsi senza mettersi in una condizione di fragilità”.
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