REGGIO EMILIA – Torniamo a parlare di un problema che interessa il torrente Crostolo. Tra Belvedere e Baragalla, nella sponda destra sono riemersi rifiuti presenti da decenni in quel tratto di alveo. Facciamo il punto sugli interventi in corso di pianificazione
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 La priorità è stata data alle opere di consolidamento della sponda. La parete è a picco sul torrente, resa franabile dai vuoti d’aria al suo interno. Una fragilità riconducibile ai rifiuti presenti nel terreno, in prevalenza scarti di edilizia come mattoni, lastre e pezzi di altri manufatti, il più evidente dei quali è un tubo di scarico in cemento. Materiali che sono stati depositati prima degli anni ’70 e che sono riaffiorati con l’azione erosiva esercitata dal Crostolo durante l’ultima piena.
L’immagine di degrado che colpisce maggiormente è rappresentata dai brandelli di plastica rimasti incagliati nella vegetazione. Lembi di pellicole in polietilene che la corrente ha trasportato verso valle. Una parte di questi rifiuti leggeri è stata rimossa in questi ultimi giorni dalle guardie ecologiche volontarie. Per il 9 febbraio l’amministrazione comunale sta organizzando una iniziativa rivolta alla cittadinanza. Altre giornate dedicate alla pulizia dell’alveo sono in programma successivamente, con la collaborazione anche di Legambiente.
Un tavolo tecnico tra Comune, Aipo, Arpae e protezione civile ha cominciato a pianificare l’intervento di messa in sicurezza della sponda, che verrà ingabbiata con una rete metallica. I costi di realizzazione saranno coperti dai fondi straordinari stanziati dalla Regione per far fronte ai danni causati dalle piene di novembre. Una tempistica dei lavori non è ancora stata definita.
Proiettata ancora più in là nel tempo è l’opera di bonifica vera e propria dell’intera area interessata dalla vecchia discarica. Il perimetro è ancora sconosciuto. Maggiore sarà l’estensione, più onerosa risulterà la manutenzione straordinaria che sarà completamente a carico del Comune. Nel frattempo altro materiale abbandonato accanto al crostolo è stato notato all’altezza della via del Buracchione, si tratta di lastre in eternit, dunque di rifiuti pericolosi poiché contenenti amianto.
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