REGGIO EMILIA – A un anno dal trasferimento da Reggio, per incompatibilità ambientale, di Marco Mescolini che contro quella decisione ha fatto ricorso, il Csm ha espresso un primo parere sul nome del prossimo procuratore capo.
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“Sono cresciuto al fianco di ragazzi diventati killer, che hanno preso strade diametralmente opposte alle mie”, raccontava Calogero Gaetano Paci al Festival Collegamenti nella sua Agrigento, visto che il magistrato 57enne è originario di Canicattì. La Commissione incarichi direttivi del Csm ha proposto all’unanimità il nome di Paci, attuale procuratore aggiunto di Reggio Calabria, come quello di nuovo procuratore capo di Reggio Emilia, funzione retta da un anno dal sostituto Isabella Chiesi dopo il trasferimento di Marco Mescolini. Sarà poi il plenum del Consiglio superiore della magistratura a dover confermare il voto della commissione.
Paci si era candidato per il posto di Reggio assieme ad altri nove colleghi, tra i quali, oltre al suo, il nome più noto alle cronache era quello del sostituto procuratore di Napoli Henry John Woodcock, salito alla ribalta per inchieste come quella sulla P4 e l’indagine soprannominata “Vallettopoli”.
Qualche anno fa, quando era parte della Dda di Palermo, Paci fu ospite, in viale Allegri, di un convegno sui beni confiscati organizzato dall’ordine dei commercialisti di Reggio. Gaetano Paci, che prima di entrare in magistratura è stato direttore del carcere di Crotone, ha iniziato occupandosi di corruzione e concussione nella pubblica amministrazione ed è poi progressivamente stato inserito nelle indagini in materia di criminalità organizzata, coordinando attività che hanno portato agli arresti di diversi latitanti: da Mariano Tullio Troia, a Tommaso e Giacomo Amato, a Natale Bonafede.
Intanto Marco Mescolini, ora sostituto procuratore a Firenze, attende ancora che venga fissata l’udienza in cui il Tar del Lazio discuterà del ricorso che lui e il suo avvocato Franco Gaetano Scoca hanno presentato poco dopo la decisione del Csm del 24 febbraio 2021 di trasferirlo per incompatibilità ambientale. All’origine della vicenda, l’esposto di quattro sostitute procuratrici reggiane in cui si faceva riferimento anche agli scambi avvenuti tra Mescolini e l’allora consigliere del Csm Luca Palamara: in quelle chat Mescolini, quando la corsa per il posto a Reggio era già a due, chiedeva se c’erano novità sull’iter della nomina.
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