REGGIO EMILIA – La legge prevede che il nulla osta, in presenza degli appositi requisiti, debba essere concesso entro 90 giorni. Tuttavia in Prefettura a Reggio le pratiche di ricongiungimento famigliare sono bloccate da due anni. Un ritardo ‘ingiustificato’, aveva protestato nei giorni scorsi, sollevando il caso ai nostri microfoni, l’avvocato Aineo Redo che assiste numerosi extracomunitari alle prese con questa situazione.
Corso Garibaldi ammette le difficoltà, dovute a carenze di personale: “Nel 2019 sono state presentate oltre 600 domande di ricongiungimento famigliare, con un ufficio che fino a un anno fa vedeva impiegato un solo operatore”, spiega il Vicecapo di Gabinetto della Prefettura Gabriele Gavazzi.
La forza lavoro dedicata ai ricongiungimenti è stata, però, recentemente incrementata: “Grazie a un progetto europeo denominato Fami abbiamo potuto fare ricorso a due operatrici legali messe a disposizione da una cooperativa di Modena”, chiarisce Gavazzi.
Inoltre, si sta tentando uno snellimento delle procedure: “Abbiamo valorizzato l’istituto del preavviso di rigetto”, dice ancora il Vicecapo di Gabinetto.
Il dirigente Gavazzi ha preso servizio a Reggio lo scorso maggio, cercando di imprimere un’accelerazione a queste pratiche. Tra i provvedimenti assunti anche l’estensione dei servizi di sportello, passati a tre giorni la settimana.
Ricongiungimento famigliare: a Reggio pratiche bloccate da due anni. VIDEO
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