REGGIO EMILIA – Se bambini e famiglie non possono più andare alla “cucina di quartiere”, la “cucina di quartiere” arriva a casa. Di casa in casa. Le restrizioni dovute al coronavirus non hanno fermato il progetto di respiro nazionale “Face – Farsi Comunità Educanti”, nato per il contrasto alla povertà educativa minorile e promosso dalla Fondazione Reggio Children, di cui fa parte appunto la “cucina di quartiere”.
Prima del lockdown il Nido-Scuola dell’infanzia Giobi di Reggio, a Regina Pacis, una domenica al mese apriva le sue porte per un pranzo di comunità. Nei mesi scorsi sono state condivise on-line ricette e immagini ma ora la “cucina di quartiere” è approdata in strada, nei cortili o alla finestra, per coinvolgere di nuovo le famiglie con bimbi da 0 a 6 anni.
Una piccola troupe di cuochi, educatori e animatori, si è messa in moto. “Ti porto Cucina di Quartiere – Ingredienti per nuove storie” è stata una sorta di performance itinerante, un incontro diretto ma distanziato, per non disperdere la relazione con bambini e genitori, per raccontare storie e filastrocche legate ai temi del cibo e della condivisione. E i piccoli, dopo mesi di isolamento forzato, sono stati ben contenti di accogliere a casa loro gli amici. E’ stato anche consegnato, come segno concreto, un kit con filastrocche, un libro-teatrino per burattini, spezie come cannella o curcuma, noce moscata, legumi da piantare, mandorle e altri sapori. L’evento ha riunito la comunità che si è creata intorno al progetto.
Insieme alle famiglie e ai bambini, al Nido-Scuola Giobi e alla Cooperativa Comunità Educante, c’erano Fondazione Reggio Children, Atelier dei Sapori, Moreno Pigoni con il lupo mascherato de ‘I Burattini della Commedia’, Pina Irace de ‘Le Invenzioni inutili’ con le storie da raccontare. Una giornata di riavvicinamento nella speranza di rivedersi, a giugno, con altre attività da fare all’aria aperta.
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