REGGIO EMILIA – Una casa per accogliere persone vittime di discriminazioni per il loro orientamento sessuale: nascerà nel corso del 2021 in città e sarà la prima in regione, oltre che tra le prime in Italia. Il progetto, promosso da Arcigay, è stato illustrato questa mattina in una conferenza stampa organizzata al centro sociale Catomes Tot.
A Reggio Emilia quest’anno sono state una ventina le persone che si sono rivolte ad Arcigay Gioconda perché vittime di discriminazioni per il proprio orientamento sessuale. Molti di questi casi non vengono neppure denunciati. Durante il lockdown, in particolare, gli Sos giunti ad Arcigay sono stati una decina: si tratta di persone che nelle proprie abitazioni, in famiglia, sono state vittima di prevaricazioni o intimidazioni per il fatto di essere gay, lesbiche o trans.
Tra qualche mese, per loro, ma anche per altri provenienti da altre città, ci sarà uno spazio di accoglienza e di rifugio: si chiamerà casa Arcobaleno, come ha spiegato il presidente provinciale di Arcigay, Alberto Nicolini. “In questo momento – ha detto – ne esistono tre attive in Italia con un totale di una trentina di posti, che sono decisamente troppo pochi”.
Il progetto è sostenuto dal consigliere comunale Pd, Dario De Lucia. “Reggio Emilia sarà l’unica città non metropolitana d’Italia e la prima in regione ad avere uno spazio di questo tipo. Ma attenzione: il progetto partirà solo se ci sarà una condivisione con la cittadinanza”, ha detto.
Intanto, ha fatto tappa in città l’onorevole padovano Alessandro Zan, che in Sala del Tricolore ha presentato il disegno di legge, in discussione in Parlamento, per estendere i reati di odio anche all’omofobia e alla omotransfobia.
“Non è accettabile – dice il parlamentare Pd – che il 62% delle persone Lgbt dichiarino di avere paura nel farsi vedere in giro mano nella mano per il pericolo di aggressioni”.










