REGGIO EMILIA – La diminuzione dei bambini per effetto del calo delle nascite, l’aumento di piccoli con diritti speciali in ingresso a scuola e più richieste di tempo pieno da parte delle famiglie. Quello che emerge dalle iscrizioni all’anno scolastico 2024-25 chiusesi da poco è un quadro complicato: 300 iscrizioni in meno tra primaria e secondaria di primo grado e un cambiamento delle abitudini e delle necessità, col rischio di una saturazione dei tempi pieni esistenti e il rischio di non attivazione di alcune classi prime a tempo normale rimaste sotto le soglie minime di iscrizioni.
A lanciare “l’allarme” è l’assessore all’Educazione Raffaella Curioni: “I Comuni si impegnano al massimo, ma sono lasciati soli – scrive – Se questo Paese crede nell’importanza della scuola pubblica, nella centralità dell’educazione e dei diritti degli studenti e delle famiglie, oggi è il momento di iniziare a dimostrarlo con azioni concrete e risposte attese da tempo. Reggio Emilia continuerà ad essere impegnata affinché il Ministero possa concedere presto l’attenzione che questo tema merita, permettendo l’attivazione di nuove classi di scuola primaria a 40 ore settimanali nei territori ancora sprovvisti o dotati solo parzialmente di questo servizio cruciale per bambini e famiglie. Il Comune di Reggio già da decenni si distingue per destinare una consistente parte di bilancio a proposte educative pomeridiane che mirino anche ad alleggerire i problemi di conciliazione vita-lavoro delle famiglie. Sono 13 i servizi educativi pomeridiani che offrono gratuitamente, a circa 450 bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, due pomeriggi ulteriori rispetto all’orario scolastico per compiti ed altre attività educative ed espressive di gruppo. Accanto a questi 13 servizi, da circa due anni il Comune ha rinvigorito, ampliato e finanziato una rete di 20 doposcuola organizzati dal privato sociale. Con questa politica il Comune offre un tempo educativo extrascolastico a più di 1.000 bambini e ragazzi. Questa preziosa politica non può e non vuole sostituire la necessità di tempo pieno, essendo differente sia per estensione temporale, sia per continuità, che per struttura. Dunque non possiamo più essere da soli”.
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