REGGIO EMILIA – In tutta Italia gli Irccs, pubblici e privati, sono 52. Nella nostra Regione sono quattro, tre dei quali operano nello stesso campo di attività, quello oncologico: l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Reggio Emilia, l’azienda ospedaliera universitaria di Bologna e l’istituto scientifico romagnolo di Meldola, che è privato. Secondo il Governo, ora dimissionario, i centri di ricerca sanitaria italiani sono troppi perché possano essere veri e propri poli di eccellenza. A febbraio, su proposta del ministro della Salute Roberto Speranza, è stato approvato un disegno di legge che prevede la loro riorganizzazione, un provvedimento che vuole ridefinire il rapporto tra l’ambito di lavoro di ciascun Irccs e il suo territorio, per renderlo più coerente con le necessità.
L’azienda Usl di Reggio è stata riconosciuta come Irccs il 12 aprile del 2011. Nel corso degli anni, i progetti si sono sviluppati in diversi ambiti: la ricerca traslazionale, che ruota attorno al lavoro nei laboratori, la ricerca clinica incentrata sui pazienti oncologici e, infine, gli studi di popolazione che hanno lo scopo di impostare nuove strategie di prevenzione. Lo status di Irccs deve essere periodicamente confermato. Ogni due anni si è tenuti a dimostrare il rispetto di una serie di requisiti. Parametri che la nuova legge ha modificato. L’Ausl invierà nei prossimi giorni tutto il materiale richiesto e si capirà se il centro di ricerca reggiano potrà essere riconfermato.
Non sono ancora stati emessi i decreti attuativi della legge. Con la caduta del Governo il percorso ora probabilmente si allungherà ma la riforma resta.