REGGIO EMILIA – E’ una delle ultime interdittive antimafia firmate dal prefetto Iolanda Rolli. Porta la data del 26 gennaio e colpisce un’impresa di costruzioni che opera in città da più di 30 anni: la Edil Papaleo, con sede in via Marani.
Fondata da Gaetano Papaleo, deceduto nel settembre 2013, la società è oggi guidata dalla figlia Rosj Papaleo, che detiene il 95% delle quote societarie. Il restante 5% è intestato all’altro figlio dell’imprenditore scomparso, Luca Salvatore. Il provvedimento, proposto al prefetto dal gruppo interforze il 6 dicembre scorso, si basa su “una pluralità di indizi”. In particolare, nell’interdittiva si legge che l’amministratrice unica Rosj Palaleo “ha legami parentali, sia diretti sia per affinità, con soggetti portatori di un significativo grado di permeabilità alla criminalità organizzata”.
I riferimenti principali sono alla madre Maria Lucente, nipote del defunto boss Antonio Dragone e cugina di Raffaele Dragone, condannato per gli omicidi di Nicola Vasapollo e di Giuseppe Ruggiero nel 1992. Per gli stessi omicidi di mafia fu condannato anche lo zio dei soci della Edil Papaleo, Domenico Lucente. Gli inquirenti hanno accertato anche “diverse frequentazioni” del marito convivente di Rosj Papaleo, Domenico Valerio, “con personaggi di acclarato spessore criminale” come Alfonso Paolini, condannato per associazione mafiosa nel processo Aemilia.
Sotto la lente sono finiti poi i rapporti commerciali con imprese colpite da interdittiva antimafia. Per la prefettura è dunque “sussistente e attuale il pericolo di tentativi di infiltrazione mafiosa” ai danni della Edil Papaleo.
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