REGGIO EMILIA – Insulti al presidente del Consiglio Conte e al sindaco Vecchi, accuse di manipolazione dei dati sanitari con la volontà di arrivare a uno Stato autoritario: ieri sera in piazza Prampolini è andata in scena una concitata manifestazione, nata sui social, contro le misure restrittive introdotte dal Governo.
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Bicchieri in mano, tasso alcolico elevato di una parte degli intervenuti, la manifestazione autoconvocata di ieri sera ha preso presto una piega poco costruttiva.
Niente di paragonabile alle violenze avvenute in alcune città. Solo qualche momento di tensione quando i manifestanti hanno tentato di forzare il cordone della Digos per entrare in Municipio.
In piazza ci sono anche persone che esprimono un disagio vero. E’ il caso del titolare di un circolo privato che apre solo la sera.
Va per la maggiore la tesi secondo la quale siamo vittima di una grande mistificazione: non c’è nessuna epidemia, non ci sono morti di Covid, i numeri sono falsificati.
L’obiettivo di questa gigantesca macchinazione, pensano i manifestanti, è quello di trasformare l’Italia e gli altri paesi democratici in dittature.
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