REGGIO EMILIA – Dieci anni fa veniva spento definitivamente l’inceneritore di Cavazzoli. Era entrato in attività nel ’67 e nel 1985 era stato trasformato in termovalorizzatore. A dieci anni di distanza, cosa succede all’interno di quest’area in via dei Gonzaga?
Da qui, ogni mattina partono i camion che vanno a raccogliere i rifiuti indifferenziati in tutta la provincia per portarli in via dei Gonzaga. Poi cosa ne è del materiale? “Viene scaricato nella fossa dietro quei portoni – le parole di Mauro Pergetti, direttore Impianti Iren Ambiente – una benna carica una grossa pressa che comprime il rifiuto per ridurre il numero di viaggi, vengono caricati i bilici e il rifiuto va a Parma. Qui non viene fatta nessuna lavorazione”.
L’impianto di Cavazzoli è stato dunque riconvertito a punto di raccolta e smistamento di circa 60mila tonnellate di rifiuti all’anno verso il termovalorizzatore di Parma. “Le emissioni sono molto modeste, perché riguardano la fossa che riceve i rifiuti – ha aggiunto Pergetti – Infatti, l’aria viene poi aspirata, trattata per trattenere i cattivi odori che potrebbero generarsi dalla fossa e poi viene immessa in atmosfera”.
Dopo lo spegnimento dell’inceneritore, l’intera area è stata riutilizzata da Iren per nuove funzioni, anche tecniche e amministrative. “C’è una palazzina che ospita gli uffici – ha spiegato Pergetti – Ci lavorano un centinaio di persone che seguono sia la parte di progettazione della raccolta differenziata, il coordinamento delle squadre operative e la parte di progettazione e autorizzazione degli impianti”. (1/continua)
Reggio Emilia Iren 10 anni chiusura inceneritore