REGGIO EMILIA – Taglio del nastro per il settore ad alta intensità chirurgica, che al suo interno vede 12 nuovi posti letto collocati nell’ala sud e dedicati ai pazienti che abbiano affrontato interventi maggiori e necessitino di assistenza prolungata e dedicata.
Le nostre telecamere hanno potuto visionare l’area di circa mille metri quadrati che ha portato a un investimento da 3 milioni e 500mila euro. A questi vanno aggiunti 1.300.000 euro finanziati interamente dalla Fondazione Grade Onlus per la realizzazione del nuovo settore “terapie innovative” nella struttura di ematologia all’interno del Core: tre nuove stanze ricovero per complessivi sei posti letto.
“L’ampliamento del reparto di ematologia sottende l’autorizzazione avuta dalla regione per attivare il processo di terapia con il farmaco Car-T, che utilizza le cellule, le stesse del paziente ed è una terapia rivoluzionaria per molti aspetti nel campo dei linfomi e di qualche leucemia e consente di recuperare pazienti altrimenti non recuperabili”, ha dichiarato Francesco Merli, direttore della struttura di Ematologia.
Inaugurazione che arriva in concomitanza con il riconoscimento della rivista statunitense Newsweek, che ha posizionato l’ospedale di Reggio Emilia al 14° posto in Italia per qualità e al numero 215 nel mondo. “Questi numeri indicano che abbiamo professionisti di grande qualità clinica, umana e che stanno quotidianamente facendo un lavoro enorme a sostegno non solo dei pazienti ma dell’intero sistema sanitario pubblico dell’Emilia Romagna”, ha detto Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità.
Non mancano le preoccupazioni per il personale sanitario. “Continuiamo a ormai a lanciare da più di tre anni, e dalla pandemia ancor di più, un grido di allarme soprattutto a chi ha le leve del governo affinché faccia qualcosa per mettere in sicurezza chi lavora all’interno di queste strutture – ha concluso Giorgio Zanni, presidente della Provincia – Non soltanto dal punto di vista economico, ma delle tutele legali per non farli scappare e per tutelare ancor di più la sanità pubblica: senza i professionisti la sanità non si fa”.
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