REGGIO EMILIA – Reggio Emilia, prima città al mondo, da oggi, giorno del primo anniversario della sua morte, ha una piazza intitolata a Kobe Bryant e alla figlia Gianna.
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Nel 1989 era un bambino poco più grande di loro e viveva con una palla da basket in mano. Non sapeva che i suoi colori sarebbero stati il giallo e il viola per sempre, che sarebbe stato “reggiano per sempre”.
Una targa con i nomi di Kobe e della figlia Gianna, un ginko biloba piantato per loro: è un albero che nella cultura orientale rappresenta l’immutabilità del tempo. Un angolo di Reggio, con i suoi amici di ragazzino a rendergli omaggio a un anno dall’incidente in elicottero in California.
Via Guasco adesso è casa Bryant, oltre che casa della pallacanestro a Reggio. Nella stessa settimana, all’ombra del Palabigi, il volto di Dado Lombardi lascia il testimone a quello del 24 dei Lakers. Il filo conduttore è una città che accoglie, che riceve e che dà.
Nella giornata dedicata a Kobe Bryant c’è stata anche l’installazione di una mostra fotografica a cielo aperto ed è stato presentato un podcast col racconto dell’Italia che era in lui. Il tutto come collaborazione tra Comune, Pallacanestro Reggiana, Scuola di Tifo, Lagiornatipo. E anche l’ambasciata americana ha dato il suo patrocinio.
“Il nostro è un gesto di riconoscenza per consacrare per sempre il legame di Kobe con Reggio”, sottolinea il sindaco Luca Vecchi.
“Lo spirito di Kobe continua a essere qua – le parole di Stefano Landi, per oltre 20 anni patron della Pallacanestro Reggiana – In tutte le occasioni ricordava il suo periodo a Reggio come uno dei più belli della sua vita”
Guarda le foto di Corrado Bertozzi per Reggionline
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