REGGIO EMILIA – Dall’inizio dell’anno al 31 agosto Reggio si è fatta carico dell’accoglienza di 1.600 migranti. Dopo l’arrivo di altre decine di richiedenti asilo, sistemati nei magazzini comunali di via Mazzacurati, anche questa soglia è stata ampiamente superata.
Sono persone per le quali spesso l’Italia è solo un punto di approdo verso il centro e nord Europa. Non hanno scelto di venire a Reggio, ma sono state mandate qui dal Governo, sulla base di un piano di ricollocamento dai criteri misteriosi e iniqui, che sovraccarica alcuni territori ed esenta altri dagli oneri dell’accoglienza.
Sei anni fa, il 12 giugno 2017, Reggio fu attraversata da un corteo che si concluse davanti al Municipio. La manifestazione era stata convocata da alcuni comitati, con l’adesione dei partiti del centrodestra e del M5S. Secondo i promotori del corteo, gli sbarchi a Lampedusa erano responsabilità del governo, allora guidato da Paolo Gentiloni. Il Comune era invece accusato di voler accogliere migranti in gran quantità in modo da favorire le cooperative sociali e i loro bilanci. Al momento della manifestazione del 2017, i richiedenti asilo presenti a Reggio erano 1.095.
Oggi che i migranti mandati nella nostra provincia dal Governo sono almeno 500 più di allora, non ci sono manifestazioni che sfilano per la città accusando il Governo in carica per il boom degli arrivi. Forse, a ben pensarci, gli sbarchi del 2017 non erano colpa di Gentiloni. Certo non è facile scendere in piazza contro un governo che si è votato. L’incontro-scontro con la realtà può però aiutare a capire le ragioni profonde di un fenomeno gigantesco e drammatico – quello delle migrazioni – che in questi anni è stato spesso banalizzato e usato per fini di bottega.
Sindacati e politici: “Una regia del territorio per accogliere meglio i migranti”. VIDEO
Reggio Emilia: sale a 28 il numero dei migranti all’hub di via Mazzacurati. VIDEO
Reggio Emilia migranti emergenza migranti ricollocamento migrantiReggio Emilia è seconda in regione per accoglienza migranti. VIDEO