REGGIO EMILIA – Hicham Boukssid in aula non c’era. Ha seguito l’udienza, a porte chiuse, da remoto, collegato dalla struttura speciale per detenuti con problemi psichiatrici in cui si trova, in città, dopo esservi stato trasferito dal carcere di Ferrara. In aula sono stati ammessi, però, i famigliari di Hui Zhou. I genitori della ragazza, per cercare di allontanare il dolore, hanno traslocato a Padova, ma è un dolore impossibile da scacciare come dimostra il pianto a dirotto della madre della giovane vittima.
Il giudice Dario De Luca, al termine dell’udienza preliminare, ha respinto la richiesta formulata dalla difesa di procedere con rito abbreviato che prevede che l’imputato possa chiedere di rinunciare alla fase di dibattimento in cambio di un considerevole sconto di pena. Il 36enne marocchino verrà dunque giudicato con rito ordinario, con prima udienza fissata per il prossimo 7 giugno. Una decisione accolta con soddisfazione dai legali della famiglia e dai famigliari stessi: “Siamo soddisfatti per la famiglia e per tutta la comunità cinese”, ha detto l’avvocato Giulio Cesare Bonazzi. “E’ giusto così, non potevano essere dati sconti a uno che ha fatto una cosa del genere”, le parole di Kai, il fratello della giovane vittima.
Così, invece, l’avvocato che difende Boukssid: Ritengo – ha spiegato Pina Dicredico – che le aggravanti contestate dall’accusa non sussistano e per questo avevo presentato la richiesta di rito abbreviato”. L’associazione a tutela della donne, “non una di meno”, presente in tribunale con una propria esponente, ha annunciato che seguirà tutte le udienze del processo.
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