REGGIO EMILIA – Il tribunale di Reggio, sezione lavoro, ha accolto un ricorso del sindacato autonomo Confsal-Unsa, giudicando antisindacale la condotta tenuta dalla procura in occasione di un incontro tenutosi il 12 novembre scorso. Per quel giorno era previsto un incontro sull’assegnazione al personale amministrativo delle somme previste dal Fondo Risorse Decentrate per il 2023. Il procuratore Calogero Gaetano Paci aveva convocato al tavolo anche organizzazioni sindacali che non hanno firmato il contratto nazionale Funzioni Centrali 2022-2024. Così facendo, secondo Confsal-Unsa, avrebbe violato la normativa vigente sulla legittimazione alla partecipazione alle trattative sindacali.
Il giudice del lavoro ha fatto propria questa interpretazione, ordinando che in futuro siano convocate ai tavoli negoziali solo le organizzazioni sindacali legittimate e le Rsu e condannando la procura al pagamento delle spese di lite, quantificate in 4.500 euro. Il giudice ha invece respinto la richiesta di annullare l’accordo sottoscritto il 12 novembre, dichiarando pienamente legittima la ripartizione dei fondi.
Il sindacato Confsal-Unsa commenta la sentenza parlando di “decisione di grande rilievo che rafforza il ruolo e la tutela della rappresentanza
sindacale legittimata a difesa dei diritti e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori”. Per parte sua, il procuratore precisa di essersi limitato a convocare i sindacati firmatari dell’accordo nazionale sottoscritto il 20 giugno scorso al ministero della Giustizia e auspica “il più ampio e costruttivo confronto con tutte le organizzazioni sindacali rappresentative, nell’interesse di tutti i lavoratori dell’ufficio”.
Critici verso l’azione di Confsal-Unsa i componenti della Rsu della Funzione pubblica Cgil della procura, che ringraziano il procuratore per aver “valorizzato il pluralismo sindacale e l’effettiva rappresentatività quale criterio di accesso alle trattative contrattuali”.
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