REGGIO EMILIA – Billions atto secondo. E’ infatti Consequence il nome della maxi operazione della polizia di Stato e della guardia di finanza di Reggio, coordinate dalla procura diretta da Calogero Paci.
Un’operazione scaturita da una costola dell’indagine già arrivata alla condanna in primo grado per 61 persone e che a metà 2020 portò alla luce un presunto giro illecito da 240 milioni generato da una rete di riciclaggi, bancarotte fraudolente e altri reati fiscali messi in atto tramite il collaudato metodo delle false fatturazioni e delle società cartiere, scatole vuote utilizzate al solo scopo di evadere le tasse.
Dall’alba di oggi un centinaio di militari è impegnato nell’esecuzione di sequestri preventivi per un controvalore di 11 milioni e mezzo di euro, corrispondente all’ ingiusto profitto attribuito alla presunta organizzazione, e di 34 perquisizioni di locali riconducibili in qualche modo agli 87 indagati. In questo caso, la maxi frode che gli inquirenti ritengono di aver accertato è da 30 milioni di euro: questa infatti è la cifra che le 87 società interessate, tutte fuori dal circondario reggiano, avrebbero utilizzato a fini fiscali sotto forma di fatture per operazioni inesistenti prodotte dalle società cartiere reggiane.
Il gruppo criminale reggiano era infatti specializzato nel mettere a disposizione di aziende, in modo professionale, servizi finanziari considerati illegali, in particolare, si legge nel comunicato delle forze dell’ordine, “attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti”, ed era specializzato anche “nell’assicurare le attività connesse e collaterali di monetizzazione del denaro sottratto al controllo del fisco”.
Un’operazione che quindi va ben oltre il territorio provinciale, tanto che le perquisizioni e i sequestri sono in atto, oltre che in tutta l’Emilia Romagna, anche in Lombardia, Calabria, Sicilia, Trentino Alto-Adige, Toscana, Liguria, Lazio, Basilicata, Veneto e Campania.
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