REGGIO EMILIA – Che fine ha fatto Reggio Emilia Fiere, la società che gestiva il cartellone fieristico nel comune capoluogo ed era proprietaria di un significativo patrimonio costituito dai padiglioni di via Filangieri e da diverse aree industriali? Entrata in crisi all’inizio del decennio scorso a causa del blocco del mercato immobiliare, nel 2013 Reggio Emilia Fiere fu ammessa dal tribunale a una procedura di concordato preventivo liquidatorio. Il dissesto fece clamore, sia per gli effetti sull’attività fieristica, sia per il passivo lasciato, superiore ai 27 milioni.
Per sei anni la liquidazione si è trascinata senza risultati, salvo la cessione di tre lotti nell’area industriale di Fora di Cavola: uno a Iren e due “girati” al Comune di Toano a compensazione di debiti. Poi, dopo la vendita all’asta dei padiglioni di via Filangieri all’imprenditore Giorgio Bosi, nel dicembre 2019, la procedura si è come sbloccata.
Nell’arco dell’ultimo anno e mezzo il liquidatore Aspro Mondadori è riuscito a vendere tutto il vendibile. Nel dicembre 2020 è stata ceduta per 212mila euro l’ultima area di Cavola. Nel luglio di quest’anno è stata aggiudicata per 542mila euro un’area industriale a Mancasale, tra via Guerra e via Napoli. Infine, nell’ottobre scorso sono stati ceduti quattro lotti nella zona industriale di Corte Tegge, a Cavriago, per un incasso complessivo di 1 milione e 75mila euro. Resta da vendere un unico lotto, sempre a Corte Tegge, che andrà all’asta nel febbraio 2022 per 500mila euro.
Nel complesso, la liquidazione è dunque riuscita a recuperare finora circa 9 milioni ed è esecutivo un primo piano di riparto per 2,5 milioni di euro. Ma il percorso si è rivelato lungo e accidentato e gli esiti sono stati lontani da quelli previsti dal piano omologato dal Tribunale nel 2014. Lo vedremo meglio in un prossimo approfondimento.
Leggi e guarda anche
Reggio Emilia liquidazione Reggio Emilia FiereReggio Emilia Fiere: la guerra delle perizie e la dura realtà. VIDEO










