REGGIO EMILIA – Non ci sono le condizioni per applicare la tassa di soggiorno. La posizione di Federalberghi (Confcommercio) è netta. “Abbiamo ricevuto dal Comune di Reggio la bozza di regolamento – dice la presidente Francesca Lombardini – Non possiamo che ribadire la nostra contrarietà all’introduzione di questa tassa in quanto non vi sono le condizioni, sia per il momento emergenziale che stiamo vivendo con le nostre aziende, tante delle quali sono ancora chiuse, sia perché ancora non è nota la strategia per il turismo che consenta di capire a fronte di quali obiettivi viene chiesto questo sforzo alle imprese”.
E ancora: “Di sforzo si tratta perché richiederà un adeguamento organizzativo e un appesantimento burocratico, che significheranno maggiori costi, e comporterà un pregiudizio competitivo nei confronti delle strutture ricettive situate in aree vicine dove la tassa non c’è. Le ragioni della nostra contrarietà all’introduzione della tassa di soggiorno sono tante e pesanti e l’Amministrazione Comunale le conosce tutte, ma non avremmo alcuna difficoltà a ripeterle nel caso ci venissero chieste”.
Federalberghi ha una proposta alternativa: “Non vogliamo passare tuttavia – continua Lombardini – per la categoria che critica e si lamenta senza proporre. La nostra proposta è chiarissima ed è questa: il Comune ci mostri una vera strategia per il turismo da qui ai prossimi quattro o cinque anni. Per strategia intendiamo un’analisi su dove siamo oggi, quali obiettivi quantificabili e precisi intende realizzare, attraverso quali azioni e risorse intende raggiungerli. Sappiamo che su questo il Comune sta lavorando: aspettiamo dunque i risultati di quel lavoro. Dopodiché, se sarà un progetto concreto, potremo mettere sul piatto l’impegno delle imprese a farsi carico di questa funzione “esattoriale”, con le difficoltà che essa comporta, a fronte di obiettivi definiti e chiari per il nostro territorio e le nostre imprese. Oggi questo progetto non c’è: si chiede pertanto alle imprese di firmare in bianco questo impegno. Saremmo irresponsabili se dicessimo di sì”.












