REGGIO EMILIA – Un mese fa Don Giuseppe Dossetti ha compiuto 79 anni. In 50 anni di sacerdozio, dice, lo ha sempre guidato un’aspirazione: “L’idea di una Chiesa vicina alla gente povera. Come dice quel signore vestito di bianco che sta a Roma: vorrei una Chiesa povera per i poveri. Io quando l’ho sentito sono tornato giovane”.
In mezz’ora di faccia a faccia, nello studio di Decoder, il sacerdote – parroco di San Pellegrino e fondatore del Ceis – ha parlato di alcune delle figure che più lo hanno influenzato, come il padre Ermanno (partigiano e deputato DC) e lo zio Giuseppe (membro della Costituente, vicesegretario nazionale della Dc, poi sacerdote e monaco), dell’incontro con il Vescovo Beniamino Socche quando ancora non era diventato prete e della profonda sintonia con il Vescovo Gilberto Baroni. Al Vescovo attuale, Massimo Camisasca, riconosce grande attivismo: “Però la cosa che mi ha più colpito è la sua dimensione spirituale. Si vede che ha una profondità notevolissima”.
Uomo il Papa, uomini i cardinali, uomini i vescovi e i sacerdoti: una Chiesa in cui le donne stanno solo in posizioni defilate non si perde tanto della ricchezza del mondo? “Sì, credo che sia arrivato il momento per fare qualche scelta”. Secondo Don Dossetti sono maturi i tempi per il diaconato femminile. Ma per il sacerdote le riforme sono utili solo se servono a concretizzare l’idea di una Chiesta povera per i poveri: “Altrimenti siamo alle solite: meno potere ai maschi, più potere alle donne, le quote rose. Alla Chiesa queste cose non si possono applicare”.
Reggio Emilia, Don Giuseppe Dossetti racconta la sua Chiesa. VIDEO
9 ottobre 2021Il parroco di San Pellegrino, fondatore del Ceis, in occasione dei 50 anni di sacerdozio a Decoder: “La Chiesa deve essere vicina alla gente”