REGGIO EMILIA – Evitare la riduzione del numero di servizi educativi gestiti direttamente e rivolti alle bambine e i bambini, dalla nascita ai sei anni. E’ l’obiettivo del Comune di Reggio, determinato a far chiarezza sui provvedimenti da adottare per rientrare da quello sforamento di badget, per una cifra di 600mila euro, che rischia di bloccare le assunzioni del 2024, sia a tempo determinato che indeterminato. Tra le soluzioni inizialmente ipotizzate, quella di esternalizzare due asili che sono già a gestione mista. Si tratta dei nidi Prampolini di Pratofontana e Rivieri di via Balzac, in zona acquedotto. Quattro, complessivamente, le sezioni che verrebbero privatizzate. Uno scenario che ha messo in allarme Cgil e Cisl. Ieri, dopo una serie di assemblee, è stato proclamato lo stato di agitazione da parte dei dipendenti. La riunione che segnato la rottura del tavolo di trattativa col Comune si è svolta al centro Malaguzzi, dove oggi pomeriggio l’amministrazione incontrerà una rappresentanza dei nidi e delle scuole formata da una cinquantina, tra insegnanti, educatori ed altre figure.
‘In questi anni non si è stati in grado di gestire un’adeguata pianificazione delle assunzioni’, hanno spiegato le organizzazioni sindacali in una nota che ha elencato questioni riguardanti tutti 1.500 dipendenti comunali, due quinti dei quali sono assegnati ai servizi educativi per l’età prescolare.
Tra i problemi irrisolti “il mancato rispetto delle tempistiche d’assegnazione delle progressioni economiche orizzontali e delle procedure concorsuali”. Lamentele riguardano poi il lavoro agile e i buoni pasto.
La comunicazione dello stato di agitazione è stata inviata al prefetto, alla Commissione di Garanzia e alla stessa amministrazione comunale. Entro una decina di giorni dovrebbe essere convocato un incontro in prefettura.