REGGIO EMILIA – “Non è solo un virus che crea un danno e poi va via – racconta Marco Massari, direttore del reparto di Malattie infettive del Santa Maria – può innescare nei pazienti predisposti una risposta infiammatoria esagerata ed è quella che crea l’insufficienza respiratoria. Non è così frequente nelle malattie virali, è descritto in altri casi ma non con questa frequenza”.
C’è ancora tanto da imparare sul Covid, ma nessuno si tira indietro. E anche in questa seconda ondata le malattie infettive sono la prima linea. Trenta persone ricoverate nelle palazzina accanto al Santa Maria e altre 30 al piano -1 dell’ospedale, in spazi ricavati ad hoc. “Sicuramente abbiamo pazienti più giovani – ha aggiunto Massari – tra i 50 e i 60 anni; alcuni con anche meno di 50 anni. Rispetto alla prima ondata ci sono meno anziani, forse perché c’è più attenzione tra le categorie fragili e al domicilio”.
Tutti i pazienti ricoverati agli infettivi hanno una polmonite importante; questa è l’ala in cui sono ricoverati i pazienti più gravi. Sono stati posizionati nelle stanze filtrate dai doppi ingressi, controllati da remoto dagli operatori. Vengono curati con il cortisone e l’ossigeno anche attraverso la ventilazione con la maschera. I familiari possono vederli dal parlatoio sul balcone esterno e parlare con loro al citofono. In alcuni casi, protetti da tute e visiere, possono entrare per un ultimo saluto.
“L’unico sbocco per uscirne è il vaccino – ha aggiunto Massari – ma non deve esserci alcun dubbio. Dobbiamo fidarci delle agenzie regolatorie che sono autonome, non sono soggette a pressioni politiche o delle case farmaceutiche, così come per gli altri farmaci ci garantiscono che i vaccini sono efficaci e sicuri, poi vedremo quando ci saranno milioni di persone vaccinate, così come per gli altri farmaci, eventuali danni a lungo termine. Al momento, i dati sono assolutamente tranquillizzanti”.
Ma sarà fondamentale mantenere le misure di prevenzione: “Quando arriverà, prima che il vaccino possa incidere sull’epidemia dovranno passare parecchi mesi. Pertanto, il mantenimento delle precauzioni sarà fondamentale altrimenti non ci salteremo fuori. Ci vorrà ancora la collaborazione e la pazienza di tutti”.
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