REGGIO EMILIA – Come si presentava, da un punto di vista finanziario, l’economia reggiana all’alba dell’esplosione dell’emergenza sanitaria da Covid-19? L’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati Bankitalia al 31 dicembre 2019, restituisce una fotografia delle dinamiche creditizie per la provincia di Reggio Emilia da cui emerge, per il nostro sistema produttivo, un calo generale di depositi, prestiti e sofferenze.
Certo negli ultimi due mesi il mondo e cambiato. Per favorire la ripartenza del sistema produttivo italiano, una volta superata l’emergenza sanitaria causata dal covid-19, il Governo ha operato sul versante liquidità, potenziando – in questa prima parte della Fase 2 – il Fondo di Garanzia per le Pmi, che è ora capace di garantire il ricorso alla richiesta di liquidità alle banche fino a 100 miliardi di euro.
Prima della crisi i depositi bancari del sistema imprenditoriale reggiano (pari a 4,9 miliardi) erano in leggera flessione (-0,6%). La diminuzione, in percentuale, ha interessato maggiormente le società di persone e le imprese individuali non artigiane (-3,2%), ma non le imprese familiari con un massimo di 5 addetti per le quali c’è stato, al contrario, un incremento del 4% su base annua.
Anche il valore degli impieghi vivi, ossia dei finanziamenti al netto delle sofferenze concessi dalle banche alle aziende, presenta un dato in calo su base annua (-3,8%); una diminuzione inferiore rispetto al dato nazionale (-4,9%) ma superiore a quello regionale di oltre un punto (-2,7%). Sono i settori dei servizi (-12,1%) e delle costruzioni (-10,2%) quelli con un calo significativo, al contrario delle imprese del settore industriale, per le quali si osserva un importante incremento (+5,4%).
Nell’ultimo trimestre 2019, poi, le sofferenze, ossia i crediti bancari la cui riscossione non è certa per lo stato di insolvenza del beneficiario, ammontavano a 858 milioni di euro per le imprese, e risultano in netta diminuzione (-25%, pari a 299 milioni in meno), con picchi particolarmente rilevanti per i servizi (-33,5%) e nel settore industriale (-30%) mentre il calo per le costruzioni è in linea con la media).
Dallo studio dei dati emerge, infine, un quadro per le famiglie consumatrici che non solo vede consolidarsi la flessione in atto da dieci mesi a proposito di sofferenze (-42,6%), ma vede anche aumentare sensibilmente i depositi, che risultano in crescita dell’11,2% e si portano a 10 miliardi di euro, mentre i prestiti crescono del 2,1%.