REGGIO EMILIA – Un ritorno tra i banchi che ha il sapore di un appuntamento con la storia. Una maturità senza assembramenti di giovani alle prese con un rito che per sua natura è collettivo, non si era mai vista. Si svolge blindato e nel rispetto rigoroso della distanza sociale l’esame di Stato ai tempi del coronavirus.
Le scuole hanno riaperto le porte agli studenti di quinta superiore (sono 3766 quelli impegnati). Durante i mesi di lockdown, forte è stato il loro desiderio di tornare tra i banchi, ma la posta in gioco ora mette in secondo piano la nostalgia. Distante pochi metri è l’aula frequentata fino al 22 febbraio e lontano nel tempo appare il primo quadrimestre, il cui programma è centrale nell’unica prova che segna il traguardo verso il diploma. Una interrogazione omnicomprensiva, della durata di circa un’ora. Ogni commissione esamina almeno 4 candidati al giorno, le prove si concluderanno così entro la prima settimana di luglio.
Se la maturità è nuova, invariata è la tensione degli studenti. Dondolano le ginocchia, gesticolano le mani e soggetta a sbalzi di volume è la voce. Fortunatamente i due metri di spazio tra chi interroga e chi risponde esonerano dall’utilizzo della mascherina. Un intralcio in meno, consentito da allestimenti eseguiti negli spazi più ampi disponibili in ciascuna scuola.
L’esposizione di un elaborato preparato nelle ultime due settimane dà il via a ogni colloquio. Ciò che viene dopo è un incognita, mentre gli ultimi punti da toccare consistono nell’esperienza di alternanza scuola lavoro e in una riflessione sui temi della democrazia e della cittadinanza, in riferimento agli sconvolgimenti provocati dalla pandemia. Di nuovo quel virus che spunta, e che una volta superato l’esame fa meno paura.
Guarda anche
Covid19: nuovo esame di maturità, solita tensione. VIDEO & INTERVISTE
Reggio Emilia esame di maturità coronavirus covid19 maturità 2020Covid19, esame di maturità in sicurezza al Bus Pascal di Reggio. FOTO