REGGIO EMILIA – La diga del Crostolo a Rivalta è la principale infrastruttura idraulica costruita per proteggere la città. Un quesito è sorto spontaneo in questi ultimi giorni: se la stessa intensità di precipitazioni vista in Romagna avesse colpito le zone a monte di quest’opera Reggio avrebbe evitato l’esondazione del principale torrente che l’attraversa?
La realizzazione avvenne sulla spinta del disastro della grande piena di cui tra poco ricadono i cinquant’anni esatti. La notte tra l’8 e il 9 giugno 1973, le acque uscirono dal proprio letto, in via Monte Cisa causando la morte di due persone e 273 sfollati. A chiedersi se le opere esistenti, anche alla luce dei cambiamenti climatici, garantiscano la sicurezza idraulica è stato lo stesso sindaco di Reggio Luca Vecchi ospite a Decoder. “Capire se scelte assunte decine di anni fa, penso anche al Crostolo, le casse di espansione di Rivalta, possono considerarsi adeguate e sufficienti rispetto a possibili rischi futuri, o se invece dobbiamo programmare ulteriori interventi”.
Risorse per 6,3 milioni di euro sono già a disposizione di Aipo per il consolidamento della diga di Rivalta, che necessità di un adeguamento dal punto di vista antisismico, dei drenaggi, e delle paratoie. La capacità rimarrà la medesima, pari a 1,5 milioni di metri cubi d’acqua circa. Un chiarimento su eventuali ulteriori interventi preventivi riguardanti il Crostolo lo chiede poi la lista Alleanza Civica che in una nota ricorda come nel ’73 complice dell’esondazione fu un accumulo di tronchi e detriti trascinati dalla corrente. Le condizioni dell’alveo si presentano così, oggi, poco più a valle della diga, all’altezza della traversa nota come Cascata del Crostolo: un pioppo sradicato giace in mezzo all’acqua. Verrà rimosso nei prossimi giorni dai tecnici di Aipo. Alberi di questa mole infatti, possono essere una minaccia per le arcate dei ponti in quanto in grado di creare sbarramenti con conseguente effetto diga.
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