REGGIO EMILIA – Il nostro territorio sempre più al centro del sistema transnazionale delle frodi fiscali. Questo ciò che emerge dal report della guardia di finanza reggiana nel 250° anniversario della fondazione sugli ultimi 18 mesi di attività. Dopo le operazioni contro società cartiere Minefield, Chrysalis e Titano, di pochi giorni fa, la conferma arriva dai dati ufficiali diffusi dalla guardia di finanza che, tra gennaio 2023 e maggio 2024, ha scoperto 49 evasori totali, 6 casi di evasione internazionale e diverse altre frodi per 95 milioni di imposte evase su una base imponibile netta sottratta alla tassazione di oltre 550 milioni.
Numeri davvero molto significativi e ancor più importanti perché in diversi casi è stato accertato un collegamento diretto con la criminalità organizzata. Nello specifico, gli interventi contro il riciclaggio sono stati 8 con 7 persone arrestate, a cui vanno aggiunti i 12,5 milioni complessivi sequestrati per riciclaggio, abusivismo bancario e finanziario, reati fallimentari e confische per violazione della normativa antimafia.
Complessivamente, sono stati 300 i flussi finanziari sospetti oggetto di indagine da parte della Fiamme Gialle, più di mille gli accertamenti effettuati. Nel tentativo di contrastare le infiltrazioni malavitose nell’economia legale, sono stati anche individuati 200 punti clandestini di raccolta scommesse. Sono 13 i responsabili denunciati che facevano riferimento a uno specifico dominio internet al quale, al termine dell’indagine, è stato inibito l’accesso dall’Italia. A completare il quadro dei reati tributari, le persone denunciate sono state 428, di cui 14 arrestate, per quasi 20 milioni sequestrati, mentre l’autorità giudiziaria sta valutando proposte di sequestro per altri 110 milioni.
Nell’ambito dei controlli sul corretto utilizzo dei fondi del Pnrr, dei fondi europei e contro la corruzione nella pubblica amministrazione, sono stati denunciati 30 percettori di reddito di cittadinanza e di altre misure di inclusione per oltre 240mila euro. Ammontano a 380mila euro i contributi richiesti e percepiti non correttamente a cui vanno aggiunti 200mila euro di finanziamenti europei e 500mila tra nazionali e di spesa previdenziale e assistenziale. Sono due le persone finite in manette per corruzione nella pubblica amministrazione, 15 quelle denunciate tra cui 6 pubblici ufficiali.
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