REGGIO EMILIA – Si è costituito nella serata di lunedì il gruppo di controllo di vicinato “Parco della Pace”, che coprirà l’area di via Gandhi, via Rivoluzione d’Ottobre, via Martiri di Cervarolo e via Martiri di Soweto, abbracciando così una parte di via della Canalina. Il gruppo è coordinato da Walter Baricchi e Carlo Barbieri. Nella sua attività, il gruppo si confronterà con il responsabile dell’unità operativa complessa Sud-Ovest della polizia locale, Marzio Zecchini, presente all’incontro.
La costituzione del gruppo segue di pochi giorni quella di “Focus sul centro – quadrante Nord”. Coordinato da Debora Formisano e Federica Ferrari, il gruppo è attivo in particolare in alcune zone sensibili del centro storico quali via Roma, isolato San Rocco, via Nobili e aree limitrofe. Referente istituzionale del gruppo sono il responsabile del nucleo “città storica” della polizia locale, Nello Monelli, e l’ispettrice Laura Bertolini, presenti all’incontro. Il centro storico può contare anche sull’altro gruppo attivo sul quadrante Sud, “occhio al centro”, che opera in via Toschi, via Emilia San Pietro e piazza San Prospero.
Il numero dei gruppi di controllo di vicinato attivi in città ha superato la quarantina. Massima attenzione sarà data alla zona stazione e via Emilia Ospizio, per migliorarne la vivibilità e la sicurezza. Il prossimo gruppo che si costituirà è quello di viale Simonazzi, alle porte del centro.
I controlli di vicinato (o di comunità) sono uno strumento di prevenzione basato sulla partecipazione attiva dei cittadini, attraverso un controllo informale della zona di residenza e la cooperazione con le forze di polizia al fine di ridurre il verificarsi di reati. Non prevedono l’organizzazione di pattugliamenti degli spazi o azioni di intervento diretto, ma il semplice monitoraggio informale e la segnalazione alle istituzioni e alle forze dell’ordine delle problematiche e delle anomalie riscontrate.
Ogni gruppo provvede alla nomina di uno o più coordinatori che organizzano le attività del gruppo e raccoglie, attraverso metodologie condivise da Comune e polizia (ad esempio WhatsApp), le informazioni e segnalazioni dei partecipanti.
Leggi anche
Reggio Emilia: un progetto per valorizzare il Parco della Pace e via Gandhi