REGGIO EMILIA – Al fine di affrontare al meglio l’emergenza Coronavirus, l’Ausl reggiana ha stabilito una riorganizzazione temporanea e complessiva della propria rete ospedaliera. In particolare, a partire dalle 20 di domani chiuderanno i pronto soccorso a Correggio e Scandiano.
La sospensione di queste attività si deve al fatto che tali strutture, specie dal punto di vista logistico, non presentano caratteristiche adeguate a rispondere all’emergenza. Questa è la spiegazione che è stata fornita dalla direzione dell’Ausl che si è riunita nel pomeriggio coi rappresentanti della Conferenza territoriale sociale e sanitaria presso la sede della Protezione civile reggiana in via della Croce Rossa.
Per quanto riguarda l’ospedale di Scandiano, la riorganizzazione prevede anche la chiusura del punto nascite, sempre a partire dalle 20 di domani: le donne a termine saranno contattate per decidere la nuova sede del parto. Proseguiranno, invece, l’attività ginecologica e quella consultoriale.
Sia a Correggio che a Scandiano proseguiranno le consuete attività ambulatoriali e di degenza. Al termine del periodo di emergenza verranno riattivati tutti i servizi temporaneamente sospesi. Tutti i provvedimenti, è stato sottolineato durante l’incontro, sono stati assunti a tutela della salute della comunità e dei pazienti più fragili e a rischio. La chiusura del Punto Nascite renderà disponibili anestesisti per le terapie intensive e la rianimazione, in caso di necessità.
Per i cittadini di Correggio il pronto soccorso di riferimento diventa quello di Guastalla mentre gli utenti di Scandiano devono rivolgersi a quello di Reggio. Sempre nel caso si tratti di necessità diverse dall’infezione da virus Covid-19 (eventualità per la quale occorre come già detto contattare telefonicamente il proprio medico di famiglia, il pediatra o la guardia medica).
L’obiettivo della riorganizzazione consiste nel “salvaguardare la piena operatività dei nostri ospedali e la piena sicurezza di pazienti e operatori sanitari”, specifica l’Ausl rinnovando l’invito a ridurre gli accessi e le visite ai degenti da parte dei famigliari.
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