REGGIO EMILIA – La questione legalità ha acceso la puntata di ieri sera della nostra trasmissione “Il graffio”: hanno fatto discutere le affermazioni dell’esponente di centrodestra Alessandro Davoli su protocolli antimafia e interdittive. I protocolli antimafia, belli sulla carta, ma poco efficaci. Lo ha affermato Alessandro Davoli, consigliere di minoranza a Castelnovo Monti e capogruppo di Lega e Fratelli d’Italia nell’Unione Comuni dell’Appennino. Davoli è intervenuto nella puntata de Il graffio dedicata al tema legalità.
Sollecitato dallo studio, Davoli è tornato anche sulle recenti esternazioni del candidato sindaco di Cutro Antonio Ceraso in un incontro a Reggio Emilia, quando lo stesso Ceraso aveva messo in discussione il sietma delle interdittive antimafia: “Ceraso parlava in un comizio elettorale davanti a cutresi e quindi ha dato sfogo all’orgoglio della propria terra. Va capito, va capito nel senso che quando si parla in un comizio si possono dire cose che non hanno molto senso”.
Sulle interdittive c’è stato poi uno scambio di battute acceso nello studio con il referente provinciale Anci Emanuele Cavallaro. “Cento interdittive antimafia nel 2022 a Reggio – ha affermato Davoli – significa che ci sono 100 aziende che hanno vinto appalti pubblici, 100 cantieri che sono sfuggiti ai protocolli della legalità”. “Lei non sa di cosa sta parlando – gli ha ribattuto Cavallaro – deve studiare i protocolli antimafia”.
In realtà 100 interdittive non significa che esistano 100 cantieri pubblici infiltrati, ma che ci sono 100 ditte potenzialmente a rischio infiltrazioni e dunque è corretto dire che si tratta di 100 cantieri potenzialmente salvati.
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