REGGIO EMILIA – “Si va a ridurre la velocità permessa consentita, si vanno ad installare dossi e dissuasori che permettono di ridurre la velocità, viene cambiata la segnaletica stradale e si cerca di andare a modificare lo spazio stradale per dare la possibilità a ciclisti e pedoni di attraversare e percorrere lo spazio stradale in modo sicuro”. E’ il concetto di zona 30 spiegato dall’assessore alla mobilità di Carlotta Bonvicini: si introducono accorgimenti che riducono la velocità delle auto. Oggi si contano 150 km di strade cittadine nelle zone 30. L’obiettivo è di applicare questo limite a tutte le strade locali di Reggio che diventerebbe dunque una città 30.
“Noi abbiamo inserito questa proposta all’interno del piano urbano della mobilità sostenibile. E’ una misura che spero sarà approvata nei prossimi anni”, commenta Bonvicini.
La prima Zona 30 è stata istituita in centro storico nel 2008, poi si sono aggiunti altri quartieri: da Canali alla Rosta. In alcuni punti, contraddistinti da una precisa segnaletica orizzontale, si è andati anche oltre: alle biciclette è permesso stare in mezzo alla strada.
“Via Ariosto è diventata, non tanto una strada a 30 km/h perché è dentro all’esagono e il limite c’era già, ma una strada a priorità ciclabile: si abbassa la velocità consentita sullo spazio stradale per consentire alle biciclette di stare in strada e liberare i marciapiedi per i flussi pedonali. Via Cecati è uguale”.
In altre zone è stato introdotto il limite dei 30 km/h ma la conformazione della strada, larga, senza dossi e con poche intersezioni con vie laterali, porta a viaggiare più veloci. E’ il caso di viale Risorgimento nel tratto che conduce verso la stazione. “In un futuro se si attua la città 30 e si vuole fare rispettare i limiti si potrebbe pensare di installare un rilevatore di velocità. Al momento stiamo valutando di inserire rilevatori in questa ottica di aumento della sicurezza, soprattutto per i pedoni in quei punti in cui sono presenti scuole o attraversamenti molto utilizzati. C’è una densità di bambini e di utenza fragile che ci porterebbe a dire che quello è un punto idoneo in cui installare un rilevatore di velocità”.
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