REGGIO EMILIA – Abitazioni, aziende e conti correnti: beni del valore superiore al milione di euro riconducibili alla cosca Grande Aracri e che ora sono sotto sequestro.
Il proprietario è Carmine Bramante, imprenditore edile di 43 anni. L’indagine di questura e guardia di finanza è durata sette mesi ed è partita dalle carte del processo Aemilia, con l’obiettivo di approfondire la situazione patrimoniale dell’uomo. “Questo patrimonio è riconducibile all’organizzazione ‘ndranghetistica – ha spiegato il questore, Giuseppe Ferrari – Il legame esiste, non saremmo arrivati al sequestro a cui speriamo possa seguire anche la confisca se non avessimo dimostrato questo collegamento”.

La conferenza stampa in questura (foto Telereggio/Reggionline)
Grazie a una indagine definita sofisticata, gli inquirenti hanno ricostruito 22 anni di transazioni bancarie, flussi di denaro, compravendite di case per conto di alcuni esponenti del clan. La richiesta della misura preventiva è stata inoltrata dal questore e approvata dal tribunale di Bologna, sulla base della sproporzione tra i beni posseduti dall’imprenditore e i suoi redditi leciti. Sotto sequestro nove abitazioni in provincia, terreni, conti correnti, su uno dei quali erano depositati 120 mila euro, aziende edili.
“Questo ci permette di verificare i flussi finanziari all’interno delle aziende, se sono leciti quindi derivano da ricavi, oppure se sono vere e proprie iniezioni di liquidità di origine illecita”, ha aggiunto Edoardo Moro, comandante della guardia di finanza reggiana. Bramante, attualmente a piede libero, ha patteggiato una pena di un anno e sei mesi per intestazione fittizia di beni con l’aggravante del metodo mafioso. Nella sentenza del processo Aemilia si legge che si era intestato quote di società appartenenti a Nicolino Grande Aracri e ai fratelli Giuseppe e Palmo Vertinelli per sottrarle alle misure di prevenzione patrimoniale.
La sorella di Bramante, Antonietta, è la moglie di Palmo Vertinelli. Un uomo, dunque, vicino ai vertici anche per ragioni familiari e partecipe degli interessi della cosca. Un’attività proseguita anche negli ultimi anni, ad esempio era lui ad occuparsi del pagamento delle parcelle degli avvocati. “Grazie ad Aemilia – ha detto ancora Ferrari – si sta facendo una attività che sta andando ben oltre il processo. Si dimostra anche che c’è una capacità di risposta del nostro territorio”.
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